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Film da Oscar

16 Feb

DBC
Gli ultimi due sabati sera li ho passati al cinema, trascinandovi anche un poi riconoscente D.
La settimana scorsa è stato il turno del Lupo di Wall Street, quest’ultima è toccato a Dallas Buyers Club , che se aspettavamo ancora scendeva e chissà se lo rivedevamo più su grande schermo.
Perché a Mantova le sale sono poche e, a meno che un film non vinca l’Oscar, difficilmente lo rivedi a lungo.

Comunque. Le tre ore di Scorsese son poi filate via più veloci di quello che temevamo, nonostante l’assenza di pausa tra primo e secondo tempo che, per la mia vescica e la mia circolazione, sarebbe stata assolutamente giustificata. Buona come sempre la recitazione di Di Caprio (specie nei momenti da tossico), ritmo scoppiettante, assenza di morale e conseguente assenza di stupore mio.
Perché mai un regista americano dovrebbe fare del moralismo sul suo personaggio, quando quest’ultimo non fa che portare avanti l’american dream del successo a tutti i costi?

Dura la metà, ma emoziona il doppio, DBC dell’enorme Matthew McConaughey diretto dal, per me sconosciuto, regista canadese Jean-Marc Vallée.
(Curiosità. Il bel Matthew fa un cameo breve ma di grande incisività come mentore a Wall Street dell’ancora lupetto Di Caprio, iniziandolo all’abc della sopravvivenza psicofisica: coca, autoesaltazione, seghe regolari e ancora coca.)
Texano anche nella vita, in Dallas Buyers Club ci dà una di quelle interpretazioni da perdita di 20 chili, dramma, humour nero e morte dell’eroe buono che di solito fruttano agli attori grandi riconoscimenti, se poi il personaggio è in qualche modo minorato o malato, apriti o Oscar.

Si parla di Aids, ma se ne parla nel modo più politically uncorrect che spettatore possa desiderare, con turpiloquio, omofobia, pregiudizi vari del protagonista. Che non era uno stinco di santo prima e non lo diventa nemmeno da malato terminale.
Ma proprio qui sta la forza della pellicola, che fa andare lui al di là di molti suoi steccati mentali e noi al di là dei nostri, facendoci tifare per uno che combatte per la vita diventando più forte, e in questo senso invincibile, proprio quando la salute lo abbandona.

Gli avevano dato 30 giorni di sopravvivenza: e lui strappa alla morte 7 anni, non prima di aver fatto di tutto per curarsi da solo, informandosi e sperimentando personalmente farmaci sia chimici che naturali, fregandosene dei diktat della FDA e degli ospedali.

Stupenda anche l’interpetazione di Jared Leto, che una statuetta come non protagonista potrebbe beccarla pure lui.

 
4 commenti

Pubblicato da su 16 febbraio 2014 in Salva & riguarda

 

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4 risposte a “Film da Oscar

  1. wwayne

    27 febbraio 2014 at 12:15

    SPOILER WARNING
    A mio giudizio la scena più bella di Dallas Buyers Club, quella che meglio fotografa l’ evoluzione del protagonista, é quella del supermercato, in cui Ron incontra un suo vecchio amico e, invece di annuire alle sue affermazioni omofobe, lo costringe a stringere la mano a Rayon.
    Bellissima anche la scena finale, in cui Ron riesce a stare in groppa al toro: é una sottile metafora per dire che é riuscito, se non a sconfiggere, quantomeno a domare la terribile malattia che l’ aveva colpito.
    P.S.: A mio giudizio il film migliore di Leonardo Di Caprio é Il grande Gatsby, e spiego perché in questo mio post: http://wwayne.wordpress.com/2013/06/20/il-grande-gatsby/.

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    • LaSiMoschini

      27 febbraio 2014 at 12:23

      Concordo, WWayne…
      Tranne che su Di Caprio. Il Grande Gatsby non l’ho visto (non amo molto quel regista), peraltro penso che i suoi ruoli più intensi li abbia avuti da adolescente, in Buon compleanno Mr Grape e in Voglia di ricominciare. Era incredibile!

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      • wwayne

        27 febbraio 2014 at 12:28

        Che abbia avuto i ruoli migliori ad inizio carriera é poco ma sicuro, ed é anche molto strano, visto che di norma accade l’ opposto: gli attori bellocci all’ inizio vengono arruolati per delle parti sceme, fatte apposta per esaltare unicamente il loro fisico, e soltanto dopo, quando i registi si accorgono che oltre al faccino c’é anche un bel po’ di talento, ottengono dei ruoli alla loro altezza. Un classico esempio é proprio il principale rivale di Leo agli Oscar di quest’ anno nonché protagonista di Dallas Buyers Club, Matthew McConaughey.
        Insomma, i ruoli più belli Di Caprio li ha avuti all’ inizio, ma il film più bello secondo me é Il grande Gatsby.
        Dimenticavo: in Dallas Buyers Club é bellissima anche la scena delle farfalle, della quale woshize ha dato un’ interpretazione a mio giudizio perfetta: http://www.moviestack.com/posts/290893-butterfly-scene-spoilers. Grazie per la risposta! : )

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  2. LaSiMoschini

    27 febbraio 2014 at 12:35

    Ma grazie a te dei commenti…
    Purtroppo a Di Caprio è proprio il faccino che lo frega: per quello era perfetto come venditore senza scrupoli nel Lupo di Wall Street (bel faccino = persona onesta, ottima per le vendite), così come per personaggi romantici, mentre per altri ruoli sembra sempre il ventenne di Titanic.
    E secondo me, invecchiando o comincia a prendere il sole senza crema e si fa venire rughe da paura, o l’effetto-bambolotto lo farà sembrare Shirley Temple :-/

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